giovedì 12 febbraio 2015

Bruno e Nadia

Bruno ormai ricorda solo notti come questa,
seduto sul suo letto, sguardo fisso alla finestra,
un bicchiere sempre pronto a tenergli compagnia,
e l’altra mano, che libera, conta gli anni andati via.

Nadia osserva il mondo con gli occhi da bambina,
da chi ha viaggiato tanto, ma sempre da straniera,
vent’anni e una valigia, che anche se non l’ha voluto,
ha acquistato un po’ di peso con ogni uomo che è passato.

E in una notte come questa,
con la luna che li osserva,
Bruno incontra Nadia,
quasi a farlo apposta.

In una strada senza nome,
di un paese oltreconfine,
lui porge la sua mano,
lei la afferra e poi sorride.

Cantano le stelle al ritmo di ogni loro passo,
in un valzer alla penombra delle luci sopra i tetti,
lungo i vicoli abitati da chi non ha più padroni,
dai lampioni a mezza altezza, come muti spettatori.

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