domenica 28 giugno 2015

Venere nera

Fuori il tempo corre e tu sei così lontana,
fra volti di individui, che mai ti avranno amata,
lungo strade sconosciute percorse a malincuore,
per seguire quel tuo sogno e non fermarti mai a pensare.

Ho ancora una tua foto di quando eri bambina,
quella con il fiocco, che dicevi ti piaceva,
eri già così orgogliosa, fiera di te stessa,
ma sotto il tuo sorriso c’era un velo di tristezza.

Ho trovato il tuo diario, quello scritto con il blu,
storie già vissute da vent’anni o poco più,
frammenti di memoria che abbiamo condiviso,
vissuto allegramente, rimpianto e poi perduto.

E stanotte questa pioggia non ti offre alcun riparo,
mentre scorgi a testa bassa qualche auto da lontano,
provi ancora ad inseguire ciò che io non ti ho mai dato,
quel tuo sogno ad occhi aperti... forse ora l’ho capito.

giovedì 12 febbraio 2015

Bruno e Nadia

Bruno ormai ricorda solo notti come questa,
seduto sul suo letto, sguardo fisso alla finestra,
un bicchiere sempre pronto a tenergli compagnia,
e l’altra mano, che libera, conta gli anni andati via.

Nadia osserva il mondo con gli occhi da bambina,
da chi ha viaggiato tanto, ma sempre da straniera,
vent’anni e una valigia, che anche se non l’ha voluto,
ha acquistato un po’ di peso con ogni uomo che è passato.

E in una notte come questa,
con la luna che li osserva,
Bruno incontra Nadia,
quasi a farlo apposta.

In una strada senza nome,
di un paese oltreconfine,
lui porge la sua mano,
lei la afferra e poi sorride.

Cantano le stelle al ritmo di ogni loro passo,
in un valzer alla penombra delle luci sopra i tetti,
lungo i vicoli abitati da chi non ha più padroni,
dai lampioni a mezza altezza, come muti spettatori.