sabato 8 novembre 2014

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E lunghe ore a ingannarci cosi' a dire lui e lei, sempre gli altri, e i palliativi sono sempre tanti per non ammettere che siamo qui. E Charlie Brown e Mafalda e la scuola storie un po' vere, a volte inventate, nei pomeriggi d'inverno e d'estate, di strani voli su una parola. Quando cantavo plaisir d'amour, tu mi guardavi e ridevi piu' forte: non lo capivi che ti facevo la corte o forse capivi e la furba eri tu. E mi hai sospeso su un filo di lana e mi ci terrai ancora per molto, giovane amore, fiore non colto, o forse si', ma da un'altra mano. E chi lo sa se anche tu mi vuoi bene, a volte credo di esserne certo, a volte invece sembra tutto uno scherzo: fuggono gli occhi come falene. Amica mia sorella speranza, quello che vuoi sentire io non ti diro', quello che voglio non sentiro', quello che c'e' dietro l'indifferenza. E tutto e' morto e tutto e' ancora vivo e solamente tutto e' cambiato, quello che provo l'ho sempre provato, e credo ancora in cio' in cui credevo. E il fiocco nero e' l'unica cosa che mi e' rimasta con la malinconia, ma insieme a questa stanca anarchia vorrei anche te, amica mia. Ma dimmi tu, non e' meglio cosi'? Immaginare ed illudersi sempre, qui ad aspettare qualcosa o niente, qui ad aspettare un no o un si', che in ogni caso sarebbe fine di tutto questo che almeno e' un ricordo, cosi' studiato giorno per giorno, fatto di tanti cristalli di brina.

Tiziano Sclavi

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